lunedì 4 maggio 2009

L'ESPLOSIONE DEL PANIGAGLIA

Chi non ha mai sentito parlare dell'esplosione della nave militare PANIGAGLIA ?
Penso nessuno , neanche tra le generazioni piu' recenti, visto che da quel tragico evento e' nato uno dei nostri modi di dire piu' usati.
Tipo..."hai visto che schianto che ha fatto la Pirarella?" (Mi dispiace ma mi viene spontaneo usare loro)..."Ha fatto la fine del Panigaglia" oppure, per par condicio "Tronketto l'anno scorso al Paliaccio hai fatto un botto manco 'r Panigaglia".
PANIGAGLIA e' anche stato il nomignolo ,secondo le mie fonti dell'epoca,con cui veniva chiamato l'autobus che collegava P.S.Stefano a Orbetello nell'immediato dopoguerra ... un vecchio autobus sgangherato che ogni volta che doveva inerpicarsi per la "Salita delle Bestemmie" costringeva i passengeri a scendere per spingerlo.
Sempre per informazioni dei passeggeri dell'epoca,la "Salita delle Bestemmie" era al foro degli "Stretti" perche' la strada provinciale cosi' com'e' attualmente non esisteva ma ci passava sopra.
Di seguito un articolo che descrive l'evento in cui viene ricordata anche l'unica vittima santostefanese e la foto di una nave gemella del Panigaglia....il "Buffoluto"




Il 1° luglio del 1947, poco dopo le 11, nelle acque dell’Argentario antistanti Santa Liberata esplose la nave ausiliaria porta munizioni Panigaglia. La nave, della marina militare, era stata varata nel 1923, aveva 643 tonnellate di dislocamento, e normalmente imbarcava un equipaggio di 3 ufficiali e 61 marinai.
Era partita da Pantelleria il mattino del 21 giugno con un carico di 330 tonnellate di munizionamento dell'esercito, destinato al deposito munizioni di Pozzarello ed era giunta a Porto Santo Stefano alle ore 13 del 26. Aveva dato fonda nella baia di Santa Liberata ed utilizzava per il trasporto a terra delle munizioni, barconi e rimorchiatori messi a disposizione dalla Società Montecatini con sede a Orbetello.
Il fragore dell’esplosione, che fece tremare tutte le case di Porto Santo Stefano, lasciò sbigottiti gli abitanti. Solo il denso fumo che si levava dal mare, là dove sapevano che il Panigaglia era alla fonda, fece loro capire l’accaduto.
La notizia ufficiale dell'incidente fu data alle ore 11,10 dal semaforo di Monte Argentario: si comunicava che durante le operazioni di scarico, per cause imprecisate, vi era stata una violenta esplosione, che aveva provocato la perdita della nave e la morte presunta di gran parte dei membri dell'equipaggio, degli operai civili e del maresciallo della sezione staccata di artiglieria di Grosseto, adibiti allo scarico. Con il Panigaglia era saltato anche uno dei barconi della Montecatini utilizzati.
Del Panigaglia rimaneva sul mare, tra innumerevoli rottami sparsi in un ampio raggio, solo uno spezzone della poppa ancora affiorante. I soccorritori, accorsi per raccogliere eventuali superstiti, esplorando il relitto, udirono il suono di colpi metallici ritmici provenire dall’interno. Iniziò così una generosissima gara per trarre in salvo coloro che erano rimasti imprigionati.
Nel resoconto in Parlamento fatto il giorno stesso dell’accaduto, il Primo Ministro De Gasperi così concludeva il suo intervento: “Un quarto d'ora fa ho ricevuto un telegramma, che lascia un raggio di speranza per qualcuno che in un primo tempo era considerato vittima. Il telegramma dice: «Stamane ore 11 nave Panigaglia saltata in aria rada Santa Liberata per esplosione oltre tonnellate 300 munizioni. Inviati soccorsi terra et mare sotto direzione questo Circomare. Ricuperati fino at questo momento quattro cadaveri. Su spezzone estrema poppa affiorante in basso fondale avvertito presenza personale vivo: corso operazione perforazione lamiera fiamma ossidrica per estrazione con probabilità successo.. Circomare Porto Santo Stefano 141001». Esprimo l'auspicio, anche in nome vostro, onorevoli colleghi, che il loro martirio valga almeno a cementare sempre più saldamente le nostre forze, di noi che siamo vivi, per lavorare e per costruire.”
Dallo spezzone di poppa fu estratto un marinaio ancora in vita che però perì poco dopo in conseguenza delle gravissime ferite riportate.
Nell’incidente del Panigaglia perirono complessivamente 63 persone tra i membri dell’equipaggio e maestranze adibite allo scarico del materiale esplosivo. Dell'equipaggio si salvarono, in quanto in quel momento a terra, il tenente di vascello comandante, il sergente radiotelegrafista, il sottocapo furiere, un infermiere ed un marinaio. Tra le maestranze civili decedute vi fu un solo santostefanese, il capobarca Armando Loffredo. Si trovava sul barcone accostato al Panigaglia sul quale, nel momento dell'incidente, venivano trasbordate le munizioni.
Gli abitanti di Porto S.Stefano dedicarono, su una chiesetta a Santa Liberata, una lapide dedicata alla santa, a ringraziamento per il loro scampato pericolo e di suffragio per le vittime.

16 commenti:

{[(Alby)]} ha detto...

Certo che fu` una grossa tragedia, me l'hanno raccontata diverse volte, l'ennesima dimostrazione che la guerra e il suo "indotto" non portano mai a niente di buono.

Luca Pardi ha detto...

Caro Tronchetto, bella questa rievocazione dell'esplosione del Panigaglia. E soprattutto l'antologia di detti che su quel fatto si sono tramandati. Mi piacerebbe sapere se la notizia secondo cui la grossa ancora ancora oggi abbandonata sulla sponda del canale di Santa Liberata sarebbe quella del Panigaglia, è vera.

tronketto ha detto...

Caro Luca,
Innanzitutto grazie per la visita al mio modesto e casareccio Blog.
L'ancora che menzioni viene data come quella del Panigaglia...ma non te ne posso dare la certezza.
Cmq tra pochi giorni torno in paese e usando le mie fonti ,con un po' di anni piu' di me,cerchero' di darti una conferma o meno.

marco ha detto...

ciao tronketto,complimenti per l'informazione.visto le tue conoscenze di varie fonti ,mica sai quando è stato tolto il ponte di ferro di s.liberata.un saluto..........e forza valle
marco storelli

tronketto ha detto...

Ciao Marco...mi fate senti come Piero Angela...scherzo naturalmente.
Il ponte girevole in Ferro e' stato rimosso e rimpiazzato dal fisso verso la fine degli anni settanta...me lo ricordo bene perche' da ragazzino partendo dalla Spiaggia della Gerini (Chiesacce) andavo a passarci sotto con il canotto.
Peccato,non ho mai capito questa mossa, avrebbe potuto anche avere un'utilita' per l'ingresso in laguna dei mezzi per la bonifica o di barche di una certa altezza...mah.

tronketto ha detto...

X Luca.
Ho parlato con il mi' babbo e mi ha detto che considerando il tipo (mi sembra sia un "ammiragliato") e la grandezza dell'Ancora non sembrano riconducibili al Panigaglia che,guardando le foto del Buffoluto (per quello che si riesce a capire), sembra fosse equipaggiato con le "Danforth" o le "Hall"...puoi vedere i vari tipi di ancore sul sito di seguito.
www.navis.it

Cmq continuo l'investigation

Anonimo ha detto...

mio nonno insieme ad un altro portercolese è stato colui che ha fatto un buco nello scafo rischiando il culo su tutto quell'esplosivo.
Le autorità se sono fregate di mio nonno dando alla montecatini tutti i meriti, devono crepare all'inferno.
Gianluca

Francesca ha detto...

Per Gianluca;
Ho letto la lettera riguardante tuo nonno e la sua avventura sul vernacoliere.
La nobiltà d'animo di certe persone, che anche se sulla bilancia c'è il rischio della propria vita, se si tratta di salvare esseri umani, non ci pensano due volte e agiscono, è un qualcosa che non ha bisogno di meriti o medaglie.
Anche se, un riconoscimento gli sarebbe dovuto, sapere che così tanta gente lo ricorda pensandolo un eroe, ripaga anche se in minima parte, quello che ha fatto.
le persone come tuo nonno fanno onore al genere umano, la semplicità della gente genuina e onesta, che difronte al bisogno di aiuto nn fa nessun calcolo delle probabilità, ma salt senza guardare quanto è lungo il salto.
Grazie a tronchetto per aver pubblicato questa cosa terribile.

tronketto ha detto...

Caro gianluca,l'Italia funziona cosi' purtroppo,ma il solo fatto di parlarne e scriverne a distanza di oltre sessant'anni,sia sul vernacoliere ,che qui ,rende onore alla sua memoria e al suo gesto anche piu' di un'encomio solenne o medaglia elargita da quella "gente" la' che usa gli eroi "quelli veri" solo a scopo propagandistico.
Mi piacerebbe pubblicare la lettera che hai mandato sul vernacoliere su questo blog,sempre che ti faccia piacere.
Puoi mandarmi il file alla mia mail personale trk68@yahoo.com.
Ciao e grazie

Pino ha detto...

Caro Gianluca, sono commosso dal tuo racconto: mio nonno era tra le vittime di quella tragedia dimenticata. Si chiamava Tesoriero Giuseppe, da Torre del Greco (NA), esattamente come me.Ora per allora: GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE.
Se vuoi contattarmi
giuseppe_tesoriero@fastwebnet.it
grazie anche a Tronk.

Anonimo ha detto...

Leggo con profonda commozione la sua rievocazione della tragedia del Panigaglia, che vide coinvolto mio padre. Era lui infatti il sergente radiotelegrafista scampato al disastro: Bavassano Bruno (e non Tavazzano Bruno come riportato nella raccolta dei discorsi di De Gasperi), nato a Genova il 6 gennaio 1924, marinaio volontario dal 1940, scomparso a Bologna il 14 novembre 2003. Me ne parlava spesso, ricordando fino agli ultimi anni i tanti amici persi, ma anche con l'amarezza derivata dall'atteggiamento che gli alti comandi riservarono ai sopravvissuti. Amarezza cui si aggiunse, quando insieme ci recammo nel luogo della tragedia, la delusione relativa alla speranza di trovarvi una testimonianza di quanto accaduto. Così va la storia... A mia volta spero che qualche altro dei sopravvissuti, od un parente, possa leggere queste righe e trovare il modo e la voglia di mettersi in contatto con me.
Grazie di cuore
Luca Bavassano
Vicolo Monticone 3
14100 Asti

Anonimo ha detto...

La tragedia del Panigaglia ha lasciato un profondo dolore anche nel mio cuore. Sono la figlia di uno dei membri dell'equipaggio che così tragicamente e misteriosamente ha perso la vita quel primo giorno di luglio.Una figlia che non ha mai potuto vedere nè parlare con il proprio padre in quanto nata subito dopo la sua morte.
Per anni ho ricercato notizie e foto che potessero, in qualche modo, dare una spiegazione, un senso a quanto era successo, ma le mie ricerche, sono state abbastanza vane e mi hanno dato risultati ufficiali che anche i giornali dell'epoca riportavano.
Chiedo a lei, che ha potuto parlare con suo padre della terribile sciagura, se possa estendere anche a me quanto sa e se io stessa possa farle alcune domande a cui, spero vivamente,mi risponda.
Vorrei sapere, inoltre, se è in possesso di foto o documentazione sui funerali di stato e su tutto quanto si è pubblicato sull'inchiesta.
Le sarei davvero grata se mi rispondesse. La ringrtazio e attendo con ansia.
Raffaella Lasalandra
Via Di Vittorio, 38
70042
Mola di Bari

Daniela ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Daniela ha detto...
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Daniela ha detto...

Anche il fratello di mio nonno era tra le vittime Mastrolorenzo Marcello era nel vano caldaie.:( che brutto inferno lì sotto.

Luca Bavassano ha detto...

L'1 luglio 2017 si terrà a Porto Santo Stefano una Commemorazione in occasione dell'anniversario dei settanta anni dalla tragedia del Panigaglia. Sicuramente sarò presente e molto probabilmente avrò occasione di presentare un mio scritto.