venerdì 23 aprile 2010

ODISSEA VULCANICA parte I

Me la so' tirata.
Nel post precedente avevo parlato dell'evento vulcanico in Islanda quando ero a bordo...poi so' sceso e da li' ho capito quale rottura "Magna" puo' essere se sto' o sti vulcani se la tirano per le lunghe.
Dicevo so' sceso domenica notte verso le 23 e avevo du' alternative, o andarmene in albergo a Kristiansund ad aspettare l'evolversi degli eventi o mi aggregavo a Rolf,May e Lisa che avevano affittato una macchina per lanciarsi alla volta di Stavanger...circa 12 ore di viaggio piu' a sud.
Premetto che le condizioni climatiche erano al miglior Gennaio Norvegino,quindi tormente di neve,strade ghiacciate ...insomma tutto il programmino,che normalmente a meta' Aprile non dovrebbe piu' presentarsi...anche lassu'.
Ho pensato "Voli nce ne so' e chissa' quando ci saranno...vabbe' intanto fo' come le anatre...volo a sud...cosi' intanto m'avvicino" e mi so' imbarcato...solo che tra tre Norvegini alla fine m'hanno messo il volante in mano a me.
Strada innevata,pneumatici invernali...mi dico " Mani Sui coglioni e avanti Savoia" e so partito. Dopo pochi Km dall'uscita di kristiansund primo pit stop ad aspettare che gli spazzaneve pulissero un passo,per scavalcare il primo "Poggio" e gia' ero stanco...la strada che ho trovato in seguito era come la strada pe' anda' dai passionisti,un po' meno ripida ma a tratti o totalmente ghiacciata con il carico da 11 che ha cominciato a nevicare a fiocconi,tanto da non farmi mai usare l'abbaglianti perche' faceva l'effetto tipo co' la nebbia,me li rifletteva in faccia.
Tra un fiocco e n'altro ,npar di moccoli e qualche derapatella alla Ari Vatanen dei tempi migliori intravedo una sagoma sulla strada,riesco a evitarla ,anche perche' non andavo fortissimo, e ad identificarla in una Renna.




Non penso sia gradevole speronarne una ,le femmine delle Renne sono grandi come i maschi dei nostri Daini,quindi fare attenzione alle renne,anche perche' non si vede una sega.
Solo che a mie spese ho capito che li' le renne per la strada non sono un'incontro fortuito,ma la normalita'...in poche parole so' come i gatti da noi e proprio come i gatti rimangono flashate dai fanali.




Comunque,tra 'n fiocco,un moccolo,'na derapata e 'na Renna raggiungiamo Molde,dove le strade pulite facevano presagire che il peggio era passato...no no,solo la quiete prima della tempesta,visto che continuando sulla strada 64 abbiamo notato che la 64 si tuffava in un fiordo e in quel momento vorresti per due minuti,solo due,quel tafano dell'impiegato dell'AVIS di Kristiansund che nello spiegarci la miglior strada per andare a Sud ci aveva indicato con cognizione di causa quella che stavamo percorrendo omettendo che ci voleva il traghetto e che il traghetto riprendeva il servizio alle 0600....eravamo a mezzanotte e mezzo...cosa dovevamo fare stare a congelarci per quattr'ore nel bel mezzo del nulla? direi proprio di no.




Sulla mappa in dotazione notiamo una flebile lineetta che stava ad indicare una stradina che poteva permetterci di aggirare il fiordo (50 km in piu'...'na bazzecola co' Vatanen al volante) e ci lanciamo...ecco ora,se sulle altre strade 'no straccio di passata lo spazzaneve ce l'aveva data,questa non ne aveva sentito neanche l'odore,in piu' ci passava una macchina e mezzo massimo,buia, co' la foresta di conifere tutt'attorno e renne,questa volta a branchi di venti/trenta,che fortunatamente si mantenevano a ciglio strada,a parte qualche temeraria che mi trovavo a corrermi a fianco.




Completato l'aggiramento fiordo abbiamo continuato il calvario fino alla spettacolare Andalsnes,sembra quasi spiaccicata dalla montagna a picco che la sovrasta,dove abbiamo imboccato una strada quasi normale,tipo la nostra da giannella a santo stefano,ma sempre ghiacciata.



All'alba,co' 'na cecagna che n'finiva piu',panorami mozzafiato (in parte so' stato ripagato),strade pulite e cielo terso ci siamo fermati a bere un Caffe' "acqua di polpi" Norvegese che un taverniere ultrasettantenne identico a Enzo Biagi gentilmente ci offriva per premiare il nostro atto "temerario"...a quel punto siamo ripartiti e mi sono sentito di dire al mio coopilota (coopilota 'na sega,ronfava come 'na marmotta), dopo 7 ore di battaglia "Compa' ora sta' a te" e mi so' accasciato sul sedile posteriore.....
Il seguito appena mi riviene la voglia di scrive

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